Una giornata particolare

Spesso basterebbero gli stessi verbi per riassumere lo svolgimento delle mie giornate. Tuttavia, siccome la giornata odierna è più insolita, ne sceglierò quattro meno consueti : tagliare – ritrovare – visitare – scrivere.

TAGLIARE ( I PUNTI ) . Giovedì 2 aprile 2015 . Mi sveglio presto. L’appuntamento è fissato alle otto e venti; non devo fare tardi . Già dall’esterno, l’edificio appare deprimente. La triste facciata grigia osserva i pazienti che giungono alla soglia tramite degli scalini logorati, affiancati da due corrimani metallici : quello di destra, attaccato dalla ruggine, si contrappone a quello di sinistra, riverniciato da poco. L’interno della struttura conferma questa prima impressione.  La sala d’aspetto consiste in uno slargo del corridoio, vicino agli ascensori. Le sedie sono disposte in file come in un cinema. Difatti, lo spettacolo c’è. La stanza delle medicazioni, spalancata, funge da teatrino :  gli infermieri si sono lanciati in un dibattito acceso . Il chiasso è notevole ; mi concentro a stento sul libro che ho portato. I minuti passano, diventano quarti d’ora. Ancora nessun medico all’orizzonte . Un uomo spazientito si alza e va a protestare : “ inutile convocarmi alle otto, se a un quarto alle nove, non avete ancora iniziato le visite ! “ Finalmente, mi chiamano. Il chirurgo, davanti al computer, controlla i dati mentre l’infermiera mi fa allungare il braccio sul lettino. Prima, taglia la fascia rigida che manteneva fermo il polso e subito dopo seziona i punti. Applica, per ultimo, un cerotto. Il medico mi congeda con un : “signora, non necessita più di cure. Consideri la sua mano in convalescenza ancora per un mese “.

RITROVARE ( LA MANO ) . Esco dall’ospedale di Ponte a Niccheri, leggera. La mia mano ha ritrovato la sua libertà e io ho ritrovato la mia mano. Sono passate appena due settimane dall’intervento al tunnel carpale e ciononostante mi sembra che il disagio sia durato molto più a lungo : la relatività del tempo ! Altra considerazione ricorrente : quando una funzione viene  impedita , prendiamo veramente coscienza della sua importanza. Che bello lasciare di nuovo l’acqua scorrere sulle mie dita, poter toccare gli ingredienti a piene mani ! Stasera, il forno assopito tornerà a funzionare, lo sento. Ora, basta cincischiare! mi devo recare al supermercato. Nell’andito dei garage, le rondini hanno ripreso possesso dei loro nidi abbandonati lo scorso autunno. Pasqua è alle porte. Il vento gagliardo ci regala un cielo terso. Invasa da un profondo senso di libertà, inforco il mio “cavallino” a due ruote. A pedalate svelte, vedo sfilare infinite sfumature di verde punzecchiate da tante macchie di colori squillanti. La giornata è primaverile, segno di rinnovo, di rinascita.

Giovanna Garzoni (1600-1670) Ciliegie

VISITARE ( IL MUSEO DELLA NATURA MORTA ) . Alle tre e mezzo, mi aspetta la visita guidata al Museo della Natura Morta di Poggio a Caiano. Piccolo scrigno ricco di circa duecento opere, il museo, ubicato all’ultimo piano della  villa “di campagna”medicea, è recente. Tutti i quadri provengono dalle collezioni della dinastia Medici. Ammetto di non essere attratta da questo genere di pittura. Mi scontro in partenza con il suo appellativo funesto ; il titolo anglosassone suona più rassicurante “ still life” ossia “vita silenziosa”. Comunque, al di là del nome, è il soggetto stesso che respingo. La precisione fotografica e la bravura dell’artista sono innegabili, addirittura impressionanti ma gli oggetti, i vegetali, gli animali morti bloccati in composizioni teatrali, mi risultano, il più delle volte, tragici. Quanto alle tele di intento meramente moraleggiante e allegorico con il loro corteo di clessidra, fiori appassiti, frutti attaccati da vermi o insetti, lugubri teschi…  le ho sempre aborrite. Guardandole, mi sembra di sentire la voce di Troisi  : “Mo’me lo segno ! “ Permetti, io mi voglio segnare un’altra cosa. Scanso i quadri che mi ribadiscono che devo morire. Ebbene, mi direte, è stata una visita da buttare nel dimenticatoio. Non affatto! è stata molto istruttiva e per niente pesante grazie a una guida simpatica e molto preparata.

SCRIVERE ( SULLA GIORNATA ODIERNA ) . E’ l’attività che sto svolgendo adesso. L’attrezzatura minimalista si compone di una penna e di qualche foglio; è la mia. Per scrivere, lo confesso, ho bisogno di una brutta copia. Faccio uno spudorato strappo alla tecnologia, è un affronto alla modernità. Arretratezza sia, il primo getto avviene sulla carta; la tastiera del computer ha un ruolo successivo. Certo, scrivere presuppone aver qualcosa da raccontare ma perfino le attività quotidiane banali possono richiamare delle riflessioni profonde. Se non ci dedichiamo più spesso a tale attività è per pigrizia o, all’opposto, per mancanza di tempo. La scrittura trasforma il mio pensiero in una traccia tangibile, mi obbliga inoltre a riordinare le idee disseminate nel formicaio della mia testa. Quando scrivo, è più forte di me, voglio trovare la parola giusta che esprime al meglio il mio sentimento; devo strutturare il discorso per comunicare il mio pensiero. Oggi, redigo la pagina di un diario, attività che non ho mai considerato durante la mia adolescenza, benché andasse di moda. Tenere un giornale intimo mi pareva artificioso. I vari quaderni destinati a ricevere le confidenze, muniti del lucchetto con la chiavetta da bambola, ne accentuavano il lato lezioso. Se si vogliono custodire dei segreti, quale posto più sicuro e inviolabile che la propria coscienza? D’altro canto, non si può negare l’effetto liberatorio e calmante della scrittura quando siamo pervasi di sentimenti tumultuosi che ci fanno scoppiare il cuore.

PENSIERO  -  LA MANO DELL’UOMO . Curare, cucinare, dipingere, scrivere: tutte azioni nobili e positive che la nostra mano fatata è in grado di eseguire. Torturare, ammazzare, distruggere: azioni ignobili e negative che la nostra mano malefica è ugualmente in grado di compiere. Secondo l’uso che ne facciamo, la mano riveste un potere omicidio e di distruzione o è capace di salvare altre vite e creare oggetti di grande bellezza, ricchi di valore spirituale. Se quella malefica prende il sopravvento, quella fatata  non riesce a raddrizzare la situazione perché creare necessita tempi lunghi e dedizione, invece, distruggere è un atto brutale che si svolge in pochissimo tempo. A decidere l’indirizzo che seguirà la mano, è il nostro cervello: senza di esso, la mano è un attrezzo morto. La corsia preferenziale fra queste due parti del nostro corpo viene magnificamente suggerita nel “David”. Non a caso, Michelangelo ha scolpito una statua di cui la testa e la mano risultano sproporzionate in confronto al resto del corpo. L’intento di ammazzare il gigante filisteo nasce nella testa di David ma è la sua mano che realizzerà il progetto, colpendo Golia con la fionda. La mente elabora, la mano compie.

PROGETTO  -  TRA CUCINARE E VISITARE . Fra tre settimane, affronterò una piccola sfida. Durante il fine settimana del 25 aprile, ricevo dei cari amici torinesi. Nello stesso periodo, sarò l’ interprete dei membri di un’associazione francese gemellata con un gruppo culturale toscano di cui faccio parte. Bisognerà che i due avvenimenti combacino armoniosamente. Da una parte, mi trovo confrontata a un problema organizzativo, dall’altra ad una “ginnastica” mentale. Si tratta di preparare in tempo pranzo e cena per i miei amici che mi seguiranno nelle visite e riuscire a tradurre adeguatamente quello che verrà spiegato, in francese. Speriamo di essere all’altezza e di non fare brutta figura!

Joëlle

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