I miei luoghi di origine
Sono francese. Sono di un’unica nazione, la Francia, ma ho una duplice origine regionale. In me s’intrecciano due regioni: la Bretagna e la Corsica. Osservatele su una carta geografica, vedrete che sono due zone contrapposte della Francia metropolitana. Bretagna e Corsica costituiscono le estremità di una diagonale che attraversa la Francia da parte a parte.
Bretagna - Presqu’île de Crozon
A nord-ovest, la Bretagna punta il suo largo naso verso il Canada mentre a sud-est, la Corsica galleggia vicinissima alla Sardegna. Nella prima, è nato e cresciuto mio padre; la seconda è terra natale di mia madre. Anche il rilievo oppone le due regioni. Da una parte, i monti d’Arrée sempre calvi non raggiungono quattrocento metri. Dall’altra, il monte Cinto spesso incappucciato di bianco supera duemilasettecento metri. L’anima bretone si libra sulla costa, lì dove tanti uomini hanno affrontato con coraggio l’oceano su modeste imbarcazioni, mentre l’anima corsa si annida nei villaggi del centro abbarbicati alla montagna, lì dove tanti si salvarono dagli spietati invasori.
Come il marinaio bretone, essere sola non mi spaventa. Sento la necessità di isolarmi per riflettere, per dialogare con me stessa. Non si tratta di una solitudine subìta e permanente ma di una solitudine scelta e transitoria. Sono consapevole della differenza! Non potrei vivere a lungo senza contatto con gli altri ma in certi momenti s’impone il bisogno di allontanarmene. Sono come il selvatico montanaro corso, diffidente verso chi mi avvicina ma non priva di un ancestrale senso dell’ospitalità. Di solito, sono calma e pacifica come il golfo di Girolata ma posso sprigionare una violenza degna di una tempesta al largo d’Ouessant e scatenare una guerra quando mi sento vittima di un’ingiustizia o quando uno dei miei è attaccato. Sono una terra di contrasti. Ibrida, nata dall’incrocio fra la penisola armoricana e la quarta isola del Mediterraneo, “ Kalliste”.
Sono sensibile sia alla cultura celtica che alla cultura latina. Non saprei scegliere tra il profumo penetrante della macchia corsa e lo spettacolo di una landa bretone coperta di brughiera viola e rosa. Sono dura come il granito rosso delle “Calanche di Piana” e quello grigio delle ripide scogliere della “Pointe du Raz” dove s’infrange l’onda irrequieta dell’Atlantico.
Corsica -Spiaggia di Ajaccio (Campo dell’oro)
Benché lontane l’una dall’altra e di morfologia così diversa, la Bretagna e la Corsica hanno una caratteristica comune: il mare. Porto in me questo tratto d’unione. Conosco le grandi maree che scoprono immense spiagge come per incanto e che, dopo sei ore, le riducono a esigue strisce di sabbia. Mi piace sentire correre sulla pelle il fiato iodato dell’oceano mentre mi chino per raccogliere conchiglie abbandonate. Nuoto con delizia nelle acque trasparenti e calde della Corsica. In cucina, i prodotti del mare sono una fonte inesauribile d’ispirazione: li preferisco di gran lunga alla carne. Pulire il pesce mi sembra un gesto semplice, ancestrale. Per squamarlo, mia nonna lo “pettinava” con la conchiglia vuota di una capasanta; così la valva concava del mollusco intrappolava le squame e impediva che schizzassero ovunque. Il mio stesso cognome “Gargadennec” ha uno stretto legame con il mare. In bretone, significa “Piccolo pesce ghiotto”. Se avessi potuto cambiarlo, avrei preferito: “Ghiotta di pesce”!