Proust : madeleine o pain grillé ?
La leggenda della madeleine
Il dolcetto nasce in Lorena, a Commercy.
In quella sera del 1756, Stanislas Leszczynski, re di Pologna esiliato in Francia (suocero di Luigi XV) riceve a tavola personaggi illustri nel suo castello di Commercy. Nel bel mezzo della cena, il capocameriere gli comunica un deplorevole incidente: un aiutante cuoco in preda a uno scatto d’ira ha rovinato i dolci previsti per il dessert.
Testimone dell’accaduto, una giovane serva si propone di rimediare. Usando una ricetta di sua nonna, sforna in breve tempo dei dolcetti morbidi e dorati. I pasticcini gonfi e fragranti riscontrano un vivo successo fra i commensali. La giovane si chiama Madeleine Paulmier.
La madeleine de Marcel Proust
La memoria dell’intelligenza, ossia la memoria volontaria, è debole e fredda. Il dolcetto è l’oggetto fortuito il cui sapore permette a Proust di accedere alla sua memoria involontaria colma di ricordi emotivi. Il sapore della madeleine intinta nel tè fa riaffiorare il mondo seppellito di Combray che sembrava scomparso per sempre. Nella bozza di un suo romanzo “Sainte-Beuve, souvenirs d’une matinée”, Proust non evoca una formosa madeleine ma bensì una piatta e semplice fetta biscottata:
« Je fis tremper le pain grillé dans la tasse de thé, et au moment où je mis le pain grillé dans ma bouche… je ressentis un trouble, des odeurs de géraniums, d’orangers, une sensation d’extraordinaire lumière, de bonheur : je restai immobile, craignant par un seul mouvement d’arrêter ce qui se passait en moi et que je ne comprenais pas…quand soudain, les cloisons ébranlées de ma mémoire cédèrent. »
(Lasciai inzuppare la fetta biscottata nella tazza di tè e all’istante in cui misi la fetta biscottata in bocca… avvertii un turbamento, percepii odori di gerani, di aranci, ebbi la sensazione di una luce straordinaria, di felicità: rimasi immobile dal timore che una mia mossa potesse interrompere quello che succedeva dentro di me e che non capivo… quando tutt’a un tratto, le pareti scosse della mia memoria caddero.)
In fondo è un futile dettaglio sapere che dobbiamo la straordinaria opera letteraria a una fetta biscottata e non a una madeleine… anche se la versione con il dolcetto paffuto ci piace di più.